giovedì 12 aprile 2012

METTIAMOCI NEI PANNI DEI LADRONI

Facile puntare il dito contro politici e sindacalisti, accusandoli di fregarsi una quantità esagerata di soldi. Loro quei soldi se li vedono arrivare direttamente sul conto corrente. Non devono neppure organizzare agguati banditeschi, come sicuramente facevano i loro antenati. Poi, se la magistratura ne incastra uno, quello organizza una scampagnata oceanica, dove i cretini presenti fingono di credere che sia tutto un complotto. Urla, canti, vino, grappa, salsicce fritte, trigliceridi che si mangiano il cervello. Il capo ladrone chiede scusa, finge di dimettersi, ma, uscito dalla porta, torna dalla finestra. Il tizio che lo deve sostituire è un suo vecchio compare di merende, ma non è ancora stato beccato con le mani nella marmellata. A quello che subentra non conviene parlare troppo male di quello che fa finta di andarsene; per cui lo copre di baci, tanto che viene da pensare di trovarsi ad un raduno gay. Però ci vuole un capro espiatorio, perché al popolo bue piacciono i sacrifici umani. Meglio ancora se si riesce a trovare una strega, da bruciare assieme alla sua scopa. La povera bestia si lamenta di essersi sempre comportata bene, ma si sa che le streghe mentono, e si accoppiano pure con il diavolo! I partiti corrono ai ripari, chiudendo la stalla dopo che sono scappati i buoi. C’è chi dice di affidare i bilanci alla Corte dei Conti, trattandosi di soldi pubblici: rimborsi elettorali, tessere, donazioni. C’è chi invece preferisce affidare la revisione dei bilanci a revisori “esterni”, che rischiano di essere complici delle appropriazioni indebite. Di tagliare l’afflusso dei milioni, manco a parlarne. La politica ha dei costi, dicono. Ogni tanto qualcuno ci paga le multe del figlio, la benzina, le cure odontoiatriche, gli alberghi e pure le zoccole, ma, arrestato il tesoriere, tornano tutti puri e duri. Il nuovo tesoriere starà attento a non attaccare gli scontrini in bacheca. Un grande sindacato, che vanti milioni di iscritti, si porta a casa decine di milioni ogni mese, ma anche loro “hanno delle spese”. Quali spese, vorrebbero sapere i fessi che pagano. Pubblicare i bilanci su Internet? Siamo pazzi?

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