lunedì 20 gennaio 2014

DISPENSATORI DI CHIACCHIERE

Su dice che la parola sia ciò che ci distingue dagli animali. Io penso che anche la capacità di fare degenerare le ostilità in una serie praticamente interminabile di guerre sia una nostra caratteristica distintiva, che nessun animale ci invidia. Tornando alla parola, siamo sicuri che si tratti di una comunicazione efficace? Lo scritto è molto più selettivo, mentre di parlarsi addosso sono capaci quasi tutti. La chiacchiera smodata spiega il successo della quasi totalità dei sindacalisti, che sovente emettono una sequenza random di parole e frasi ad effetto, senza dire alcunché di sostanzioso. Lo scritto rappresenta la prova del nove: "verba volant, scripta manent", dicevano i romani. Tutti sono capaci di promettere; pochi tra loro hanno la capacità e la decenza di rispettare gli impegni. I politici seri preferiscono parlare poco, ma agire molto. I politicanti italiani, viceversa prediligono il parlare da soli davanti ad un pubblico amico; così hanno sempre ragione. In Italia, i politicanti di tutte le tinte fanno il possibile per dimostrare di essere tutti uguali, cioè dei buffoni. Faremo questo, costruiremo quello, aggireremo gli ostacoli, rinnoveremo la pubblica amministrazione, riformeremo il codice penale, ridurremo i costi della politica, ecc.. Queste e tante altre promesse le sentiamo sbandierare dai palchi dei convegni di partito, movimento, corrente, fondazione e pianerottolo, che si tengono nel week end. Chi paga il conto degli alberghi dove hanno luogo dette esibizioni sovente insensate? Noi cittadini contribuenti. Chi altri? Tutti i vari pagliacci della politica italiana sembra non abbiano altro da fare che parlare e parlare, anche di sabato e domenica. Ci chiediamo se non abbiano una moglie, dei figli, una casa, un cane da portare a fare i suoi bisogni. Probabilmente le loro moglie ed i loro figli meno hanno a che fare con quei mariti e quei padri meglio è. Potrebbero ripiegare sul cane, portarlo ai giardinetti, e parlare con lui. I cani sopportano di tutto dai loro padroni. Sono mesi, se non addirittura anni, che si parla della legge elettorale. Il proporzionale sarebbe giusto per definizione, garantendo un minimo a chi abbia superato la soglia utile ad ottenere un posto in parlamento. Dovremmo prima diminuire dette poltrone, considerando che ne abbiamo più del doppio rispetto agli Stati Uniti, che sono multipli rispetto all'Italia in molti e svariati modi. Cento parlamentari avrebbero più senso dei quasi mille attuali. Se non si riesce a costituire una salda maggioranza, non importa. Ormai siamo abituati ai governi tecnici. Per sbaglio potrebbe capitarci un ministro che ci azzecchi con il suo ministero. Potrebbe essere individuato un ministro degli esteri migliore della Bonino, che essendo radicale e pacifista se ne fotte abbastanza dei due marò detenuti in India. Se fossero britannici, statunitensi o francesi, gli indiani confusionari non si permetterebbero di minacciarli di fucilazione. Li avrebbero liberati con le buone, o sarebbero stati costretti a farlo con le cattive. La confusione della nostra politica chiacchierata si riverbera sulle relazioni internazionali. Nessuno in America capisce come mai la Cancellieri sia ancora al suo posto. Negli USA, Berlusconi avrebbe fatto la fine di Al Capone, mentre da noi decide con un altro extraparlamentare le riforme istituzionali e costituzionali! Eleggiamo dei cretini, per il gusto di stupirci della loro cretinaggine; ma la domanda che dobbiamo porci è: come definire un elettore che manda in parlamento un cretino ed un ladro? Da noi adoriamo i furbi, non gli intelligenti, e la parola onestà ci fa sorridere.

Nessun commento: