venerdì 18 maggio 2012

Quattro meravigliose RAD

Ci è capitato di assistere ad una riunione di ben quattro RAD, stravaccate in una accettazione amministrativa delle Molinette, in posizione fin troppo visibile al pubblico. Convinte di dare l'impressione di alta professionalità, ma agli sportelli le impiegate erano solo due, e la gente probabilmente ha pensato che le quattro cime in questione fossero delle banali fagnane. Cosa stavano deliberando quelle quattro posizioni organizzative? Di spostare tre impiegate di una ventina di metri, smontando almeno due banconi, un divisorio ed una porta che non è mai stata chiusa (soldi buttati), che loro avevano precedentemente concepito in seguito ad una crisi di nervi. Mi dicono che forse sarebbe il caso che anche le RAD fossero identificabili come dipendenti, indossando eventualmente un camice in dotazione alle impiegate, nonostante si sentano dirigenti. Una di loro, nei giorni scorsi, si è seduta accanto ad una collega (una semplice "impiegata"), per osservarla mentre lavorava. Non crediamo che sia questo il compito delle RAD (Responsabili Amministrative Dipartimento). Potrebbero ad esempio provvedere affinché l'utenza acceda alle sale d'attesa prima dell'orario di apertura, per evitare che sosti sul marciapiede, anche quando piove. Attualmente sostano fuori anche gli utenti portatori di handicap motorio. L'amministrazione deve essere senza pietà e specialmente stupida. Cerchiamo però di capire come, queste signore, siano riuscite a diventare RAD. I primi segretari di dipartimento sono stati scelti personalmente dai primari, in base alla "simpatia" che detti primari provavano nei loro confronti. Poi sono state indette selezioni per assegnare i posti da RAD, aperte solo ai segretari di dipartimento. Che caso! Selezioni per nulla pubbliche. Adesso queste creature dell'amministrazione si aggirano negli uffici, complicando gli affari semplici. Vorremmo capire come mai, dato che ci sono i computer, per espletare le pratiche occorre il doppio del tempo di quando si lavorava con la penna ed il calamaio.

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